Lettera alla rivista “No Limits”
Gentile redazione, siamo due studentesse della facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza di Roma: Daniela Cinque e Chiara Codino. Siamo venute a conoscenza di “No Limits”grazie al corso di sociologia della metropoli curato dalla professoressa Valeria Giordano e siamo rimaste positivamente impressionate dal vostro progetto che si impegna ad affrontare con grande sensibilità ed attenzione la realtà dei disabili.
Durante il corso gli studenti frequentanti si sono impegnati a scrivere “un lemma”che descrivesse un aspetto della metropoli e noi due, senza esserci messe d’accordo, ci siamo trovate ad affrontare il tema del disagio sociale. Vorremmo dunque offrire un nostro piccolo contributo ed augurare tanta fortuna ad un così coraggioso progetto. Le nostre riflessioni si sono orientare più precisamente verso le “barriere” (Daniela) ed i “rifiuti” (Chiara).
Barriere
Barriera:“cancello, steccato che chiude un fosso o segna un confine”fig.“difficoltà,impedimento,ostacolo”
Un cancello può essere aperto o chiuso. Il confine segna un inizio ed una fine contemporaneamente. Compito di una società civile è abbattere le barriere architettoniche perché la loro presenza alimenta la discriminazione all’interno di una società sempre più attenta al superfluo ed indifferente al necessario. Le barriere, inoltre, possono essere quelle del razzismo, del pregiudizio e dello stereotipo; qualsiasi tipo di discriminazione rappresenta un cancello chiuso.
Un’offesa, un insulto, un inganno, una violenza fisica o psicologica, innalzano una barriera tra noi e l’altro.
Vincere ogni forma di barriera è la grande sfida che la società moderna deve essere in grado di accogliere.
Rifiuti
L’esigenza di consumare cose fresche, buone, è necessaria; l’immaginario di chi abita la metropoli vuole nutrirsi di sempre nuovi stimoli.
“Sotto la denominazione di rifiuti si intende comunemente l’insieme delle sostanze derivate da attività umane o cicli naturali abbandonate o destinate all’abbandono”
In mezzo ai rifiuti della società metropolitana ci sono anche uomini che sono stati espulsi, ripudiati, non-accettati, respinti e poi dimenticati. L’immondizia, le scorie, gli umori vengono nascosti sotto terra, nelle buste, in bidoni e cassonetti, negli angoli delle strade, sui marciapiedi a riposare nell’attesa che scompaiano del tutto alla vista, ma non ci si può liberare del loro odore caratteristico che entra comunque nelle case e impregna gli ascensori. Consumiamo le cose, le persone in modi alternativi riciclandole compresi noi stessi e dovremo presto imparare a convivere tra ri-fiuti ri-fiutati.
Durante il corso gli studenti frequentanti si sono impegnati a scrivere “un lemma”che descrivesse un aspetto della metropoli e noi due, senza esserci messe d’accordo, ci siamo trovate ad affrontare il tema del disagio sociale. Vorremmo dunque offrire un nostro piccolo contributo ed augurare tanta fortuna ad un così coraggioso progetto. Le nostre riflessioni si sono orientare più precisamente verso le “barriere” (Daniela) ed i “rifiuti” (Chiara).
Barriere
Barriera:“cancello, steccato che chiude un fosso o segna un confine”fig.“difficoltà,impedimento,ostacolo”
Un cancello può essere aperto o chiuso. Il confine segna un inizio ed una fine contemporaneamente. Compito di una società civile è abbattere le barriere architettoniche perché la loro presenza alimenta la discriminazione all’interno di una società sempre più attenta al superfluo ed indifferente al necessario. Le barriere, inoltre, possono essere quelle del razzismo, del pregiudizio e dello stereotipo; qualsiasi tipo di discriminazione rappresenta un cancello chiuso.
Un’offesa, un insulto, un inganno, una violenza fisica o psicologica, innalzano una barriera tra noi e l’altro.
Vincere ogni forma di barriera è la grande sfida che la società moderna deve essere in grado di accogliere.
Rifiuti
L’esigenza di consumare cose fresche, buone, è necessaria; l’immaginario di chi abita la metropoli vuole nutrirsi di sempre nuovi stimoli.
“Sotto la denominazione di rifiuti si intende comunemente l’insieme delle sostanze derivate da attività umane o cicli naturali abbandonate o destinate all’abbandono”
In mezzo ai rifiuti della società metropolitana ci sono anche uomini che sono stati espulsi, ripudiati, non-accettati, respinti e poi dimenticati. L’immondizia, le scorie, gli umori vengono nascosti sotto terra, nelle buste, in bidoni e cassonetti, negli angoli delle strade, sui marciapiedi a riposare nell’attesa che scompaiano del tutto alla vista, ma non ci si può liberare del loro odore caratteristico che entra comunque nelle case e impregna gli ascensori. Consumiamo le cose, le persone in modi alternativi riciclandole compresi noi stessi e dovremo presto imparare a convivere tra ri-fiuti ri-fiutati.